lunedì 18 gennaio 2016

TRA RISATE, NOUVELLE CUISINE ED INTEGRAZIONE CULTURALE


I suoceri albanesi” in scena al Teatro Carcano

 

 


Molti di voi hanno probabilmente già letto le mie recensioni ad alcuni spettacoli della stagione 2015-2016 del Teatro Carcano (“L'Ulisse” e “Il grande dittatore”). 
Il mio primo spettacolo teatrale del 2016 appartiene, ancora una volta, a questa rassegna, che si dimostra costantemente varia e ricca di sorprese.


I suoceri albanesi” è una commedia brillante portata avanti da un cast d'eccezione, capitanato da Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi.

Se siete in cerca di una rappresentazione leggera e divertente, ma che vi possa dare qualche utile spunto di riflessione, questa è la scelta giusta.

I suoceri albanesi” sono uno spettacolo pieno di…



realtà quotidiane e familiari affrontate con un sorriso. 

La famiglia presentata nella rappresentazione è del tutto nella media. 
Lucio è un assessore costantemente cercato al telefono dai suoi consiglieri, la moglie Ginevra è una chef impegnata ogni giorno nella creazione di nuovi piatti e la figlia Camilla è un'adolescente in lotta con lo studio ed i genitori. Nel corso dello spettacolo, i tre litigano per sciocchezze, inciampano nel bagno e si lamentano di non riuscire mai a fare colazione insieme.


Non siamo davanti ad una famiglia “da spot pubblicitario”, bensì ad un trio di persone distratte, di corsa e – ognuna di esse a suo modo – indaffarate.

Le vite di questi personaggi non cambieranno per un evento straordinario, bensì grazie ad un bagno rotto.


Ciò che viene rappresentato sulla scena, dunque, risulta così semplice e quotidiano che è difficile non identificarsi.



ironia riguardo a tante “nuove mode”.  

Nel corso del primo tempo, Lucio e Ginevra conoscono un divertente individuo: si tratta dell'inquilino del piano di sotto, Corrado, un ex-colonnello ritiratosi a vita più tranquilla dopo una serie di viaggi ed avventure. 
 

Corrado è un grande appassionato di thai-chi, ed ama praticare quest'arte all'aperto ed alle prime ore del mattino, ma, come lo spettatore ben presto noterà, l'idea non è ritenuta propriamente geniale dagli abitanti del quartiere.



Ugualmente incompresa è Ginevra, la madre di famiglia, che, forte della sua fama da chef, cerca di insegnare il suo amore per il cibo sano e la nouvelle cuisine al marito ed alla figlia, mentre questi ultimi si abbuffano calzoni e supplì di nascosto.


La commedia, in definitiva, si fa beffe di alcune delle più popolari fissazioni di questi ultimi anni, in modo particolare quelle riguardanti l'alimentazione e la salute. Assistendo allo spettacolo, lo spettatore non può fare a meno di sentirsi come Lucio, che, ad un certo punto, si chiede sconsolato se offrire un caffè sia diventato qualcosa di strano ed inusuale.



osservazioni intelligenti riguardo alla tematica del razzismo. 

Lucio accoglie con gioia l'idea di far lavorare operai albanesi per riparare il suo bagno, ma lo spettatore ha la fondata idea che si tratti di una manovra politica per mantenere il consenso.


Ginevra asseconda il marito, ma poi si ritrova perplessa davanti alla prospettiva di lasciare le chiavi di casa agli operai.


Questi ultimi si offendono se il padrone di casa fa qualche osservazione sulla loro origine, ma non risparmiano commenti meschini nei confronti di altre minoranze etniche.


Attraverso questi personaggi, lo spettacolo ci consente di osservare ed analizzare molto da vicino il tema del pregiudizio razziale, cogliendone sfumature spesso nuove e presentando diversi punti di vista.



una morale sull'integrazione culturale! 

Secondo gli autori della commedia, per quanto difficile possa essere l'incontro tra due differenti culture e tradizioni, vale comunque la pena fare un tentativo. 
La stretta frequentazione tra i “borghesi piccoli piccoli” ed i modesti operai che sistemano il loro bagno darà vita, infatti, ad una sequenza di avvenimenti destinata a cambiare l'esistenza di tutti i personaggi.


Senza contare che Camilla ed il ragazzo di cui si innamora danno una notevole lezione sui sentimenti alla generazione adulta, troppo impegnata ad organizzare cene e ad esplorare siti di appuntamenti per accettare un sentimento nato con naturalezza.



risate! 

Questo elemento non manca mai nel corso delle due ore di rappresentazione. 
“I suoceri albanesi” sono uno spettacolo che fa ridere, spesso anche parecchio. 
Senza dubbio buona parte del merito va agli interpreti, davvero eccezionali ed estremamente spontanei. 

Lo spettacolo scorre rapidamente ed arriva quasi inaspettatamente alla conclusione, lasciando lo spettatore soddisfatto e divertito.






Lo spettacolo resterà in scena fino a domenica 24 gennaio!

Spero che questa mia recensione possa avervi interessato ed incuriosito.



Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, e, come sempre, vi invito a lasciare un vostro parere nello spazio sottostante. Sarei curiosa di conoscere altre opinioni di chi ha visto lo spettacolo!


A presto :-)

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