martedì 15 marzo 2016

TIPI DI PERSONE A TEATRO

Quando il vero spettacolo è osservare il pubblico

 

 
Un po' di tempo fa mi è capitato di pubblicare un post relativo alle biblioteche ed alle persone che solitamente le frequentano, suddividendole per tipologie. 
 

Ne è venuto fuori il ritratto di un luogo nel quale la varietà degli usi e dei costumi delle persone che lo frequentano è davvero affascinante e quasi surreale. 
 

Rileggendo il mio vecchio post, mi sono resa conto che si potrebbe fare il medesimo discorso poco prima di uno spettacolo teatrale. Non è necessario interagire con i frequentatori abituali della sala d'attesa di fronte all'ingresso: spesso basta un po' di spirito di osservazione.


Quali sono, dunque, le tipologie di persone più diffuse tra gli appassionati di drammaturgia?






Gli studenti (liceali).


Esemplare difficilissimo da trovare in solitudine. In tal caso, si tratterebbe di un ragazzo/a straordinariamente diligente.


Nel 99% dei casi, gli studenti liceali si muovono (a fatica) come una cosa sola. Il più delle volte trascinano i piedi e si guardano in giro con un misto di noia e curiosità.

Alcuni di loro si sono impegnati per presentarsi al meglio e quindi sfoggiano giacca e cravatta (per i ragazzi) o un bel vestito (per le ragazze). La maggioranza, però, rimane fedele ai soliti jeans stracciati.

Si lasciano cadere sulle poltroncine quasi in contemporanea, e non di rado il pavimento trema. 
 

Se si tratta di una buona classe, molti di loro seguono lo spettacolo ed alcuni arrivano persino a concludere che “non è così male”. 
 

Tuttavia, ci sarà sempre qualcuno che chiacchiera, o, peggio, che estrae il cellulare, illuminando di azzurrino una parte della sala e suscitando le proteste degli altri spettatori, specie di colui-che-non-vuole-essere-disturbato (vedi sezione dedicata). 
 

Le persone che non sono sedute vicino a loro tirano spesso un sospiro di sollievo.






Lo studente (universitario).  


A differenza degli studenti liceali, quest'ultimo è abbastanza facile da reperire da solo. In altri casi può essere accompagnato, spesso da una persona appassionata di teatro quanto lui. 
 

Lo studente universitario di cui parlo difficilmente proviene da Economia o da Ingegneria: spesso appartiene a qualcuno dei moltissimi corsi di Laurea della Facoltà di Lettere e Filosofia, ed ha la necessità di vedere questo spettacolo per scrivere una relazione che completi un laboratorio o un esame di Storia del Teatro o affini.


Sulle prime, il nostro studente non è così entusiasta di venire a vedere lo spettacolo, e, pensando alla bevuta con i compagni di corso che ha dovuto disertare, potrebbe esibirsi in una vaga imitazione dello studente liceale.


Tuttavia, man mano che lo spettacolo va avanti egli si incuriosisce, si interessa, si appassiona. Ricorda, minuto dopo minuto, perché ha scelto l'esame di Storia del Teatro, perché ha voluto fare un determinato corso di laurea e non altri, e perché, in definitiva, andare a teatro gli piacerà sempre.


Per questo motivo egli esce dalla sala sollevato e vagamente soddisfatto, con la relazione già per metà in testa.


Ultimo indizio: ero io fino a due anni fa.






La signora elegante. 


In nove casi su dieci è accompagnata dal consorte, sul cui volto, in otto casi su dieci, è scritto il seguente pensiero: “Ho dovuto mettermi pure un abito da matrimonio, un po' di pietà, di mercoledì c'è la Champions!”


Non si siede sulle poltroncine della sala d'attesa perché sull'abito si creerebbero delle antiestetiche piegoline. I tre must della signora elegante sono il tubino (alternato ad un tailleur per non essere troppo monotona), la pelliccia (vera, altrimenti che gusto c'è) ed i tacchi (ovviamente decolleté accompagnate da calze sottili, anche in gennaio).


Non appena entra nella sala, chiede subito a qualche maschera di lasciare al guardaroba il secondo dei suoi tre must (di certo non si può tenere sulle ginocchia o dietro la schiena come un cappotto, si rovina!).


Durante l'intervallo, chiacchiera solo con signore eleganti quanto lei, e con i relativi consorti (che fingono di ascoltarle ed accendono lo smartphone in un tentativo di aggiornarsi sul risultato del primo tempo della partita).


Inutile dire che gli spettacoli che gradisce di più sono quelli nei quali i costumi sono curati in modo impeccabile.

Se c'è qualche attore vestito con abiti H&M, prende in considerazione l'idea di cambiare teatro.






Il gruppo di pensionati. 


Innanzitutto un consiglio: FUGGITE!


Questi pittoreschi personaggi, il più delle volte, sono in possesso di un abbonamento annuale, comprato in gruppo di comune accordo.

Raggiungono il teatro insieme. Allo stesso modo aspettano che si possa entrare nella sala d'ingresso ed escono commentando lo spettacolo.


La caratteristica principale di questa tipologia di spettatori è il loro irrefrenabile desiderio di condividere quest'esperienza con il primo malcapitato che si pari loro davanti, perché, ehi, non è fantastico conoscere gente nuova?


In tal senso, vi racconto la mia esperienza.

L'anno scorso stavo incautamente mangiando un trancio di pizza su una panchina di fronte ad un noto teatro di Milano. Avevo lavorato tutto il giorno, non tornavo a casa dal mattino ed aspettavo altre persone con i miei biglietti.

A breve distanza da me c'era un gruppo degli esemplari sopra descritti.

Uno di loro mi si è avvicinato ed ha detto “Buon appetito!” ed io ho ingenuamente ringraziato. Risultato: avendo appurato che avrei morso solo la pizza e nient'altro, mi si sono fatti tutti vicini, chiedendomi in coro se aspettassi qualcuno, da che parte di Milano venissi, che lavoro facessi e molto altro che al momento non ricordo.


È vero che un po' di calore umano non fa mai male, e, presi in piccole dosi, possono risultare pure simpatici. 
Tuttavia, meglio non esagerare.




Colui-che-non-deve-essere-disturbato. 


Questo esemplare è vagamente imparentato con Voldemort, l'antagonista di Harry Potter, noto anche come Colui-che-non-deve-essere-nominato. Nel momento in cui ci si trova ad avere a che fare con questa persona, infatti, si ha come l'impressione di avere una Maledizione senza Perdono che pende sulla nostra testa. 
 

Colui-che-non-deve-essere-disturbato incenerirebbe tutti: gli studenti liceali, che per lui sono più o meno delle zecche fastidiose; gli studenti universitari, perché hanno l'ingresso ridotto, e non è giusto, ed io che vengo sempre qui chi sono?; le signore eleganti, perché la pelliccia ostacola la visuale, e poi come si sono pettinate?; i pensionati, perché chiacchierano all'ingresso come se si trattasse di un bar, e questo è un posto serio!; non ultimi, i mariti delle signore eleganti, perché questi smartphone dovrebbero essere confiscati all'ingresso, e poi, nel 2016, ancora questa fissa del mercoledì di coppa?


È difficile che Colui-che-non-deve-essere-disturbato resti per tutto lo spettacolo. Il più delle volte, se ne va durante l'intervallo. Persino la rappresentazione riesce ad offenderlo. 

  



L'appassionato. 

 

Quest'ultima tipologia di persone non appartiene a nessuna categoria di quelle sopracitate, o, a volte, ha fatto parte (o fa parte sporadicamente) di una di esse.


L'appassionato è la persona alla quale piace moltissimo venire a teatro… e basta.

Non importa se all'ingresso dovrà attendere seduto di fianco a qualche curiosa signora che le chiede dove ha comprato quella borsa tanto carina. Se durante lo spettacolo verrà accecata da qualcuno che proprio non riesce a mettere via il telefono. Se all'uscita dovrà sentire i commenti sgarbati del solito criticone.


Per lui, o per lei, è semplicemente bellissimo rilassarsi sulla poltroncina e godersi, di volta in volta, una storia diversa.


L'appassionato sono io, la maggior parte delle volte, e tantissime altre persone che non vedo l'ora di conoscere (sì, anche quelle appartenenti ai gruppi di pensionati).






Che ne dite di questo breve ritratto del mondo teatrale e dei suoi fan? Vi riconoscete in qualche categoria? Vi viene in mente qualche altro interessante personaggio? Attendo vostre opinioni!




Grazie come sempre, ed al prossimo post :-)



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