lunedì 25 settembre 2017

L'ARRIVO DELL'AUTUNNO...IN POESIA

Consigli poetici per questa romantica e malinconica stagione

Poesie a tema #3


Cari lettori,
oggi ci dedichiamo nuovamente all’ “Angolo della poesia”.
In giugno avevamo letto insieme delle poesie dedicate alla stagione estiva
Ora che è la seconda metà di settembre, come non dedicarci all’autunno?


Devo ammetterlo: non sono la più grande fan di questa stagione. Sono una persona che in genere preferisce i mesi caldi, ed i primi di settembre mi mettono addosso sempre una grande malinconia. Per giorni ripenso con una certa tristezza alla spiaggia, al sole, al mare, alle temperature calde ad ogni ora del giorno, alle serate trascorse con un gelato su una panchina in maglietta e calzoncini.


Tuttavia, più le settimane passano e più mi ritrovo ad apprezzare alcuni aspetti della stagione ormai in corso.

Innanzitutto, l’autunno coincide con una ripresa non solo dello studio/lavoro, ma anche di tutte quelle attività che rendono la mia settimana molto più divertente: mi riferisco soprattutto alla scuola di danza, ma anche al cineforum, alla riapertura della stagione teatrale, agli eventi culturali, alla possibilità di rivedere tutti gli amici dopo l’estate, che spesso, complici le ferie, finisce per separare un po’ le persone.

Non amo molto le giornate sempre più corte, ma devo ammettere che il relax di una serata autunnale di pioggia, a base di tv e tisana, dopo una lunga giornata, è davvero impagabile.

Amo molti alimenti tipicamente estivi (il gelato su tutti), ma in questo periodo dell’anno non posso fare a meno, da golosa quale sono, di pensare alle castagne, alla zucca, alle degustazioni di vini, a piatti un po’ più sostanziosi.

Per quanto, infine, abbia amato il sole ed il mare in piena estate, mi ritrovo ogni anno incantata dai colori dell’autunno, che rendono spettacolare anche un semplice viale alberato.


Leggendo le splendide poesie che ora vi propongo, mi sono resa conto di non essere affatto l’unica a provare sentimenti contrastanti nei confronti dell’autunno.
Che cosa rappresenta questa stagione per i grandi poeti?



Un lento spegnersi di colori e rumori


(Dipinto: Giardino autunnale, di Vincent Van Gogh)


Giardino autunnale”, di Dino Campana


Al giardino spettrale al lauro muto
De le verdi ghirlande
A la terra autunnale
Un ultimo saluto!
A l’aride pendici
Aspre arrossate ne l’estremo sole
Confusa di rumori
Rauchi grida la lontana vita:
Grida al morente sole
Che insanguina le aiole.
S’intende una fanfara
Che straziante sale: il fiume spare
Ne le arene dorate: nel silenzio
Stanno le bianche statue a capo i ponti


Volte: e le cose già non sono più.
E dal fondo silenzio come un coro
Tenero e grandioso
Sorge ed anela in alto il mio balcone:
E in aroma d’alloro,
In aroma d’alloro aere languente,
Tra le statue immortali nel tramonto
Ella m’appar, presente.




Una serie di suoni ed odori che suscita ricordi 


(Dipinto: Autunno ad Argenteuil, di Claude Monet)



Ora l’autunno”, di Salvatore Quasimodo


Ora l’autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora udremo,
prima di notte, l’ultimo lamento
degli uccelli, il richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto di mare. E l’odore di legno
alla pioggia, l’odore delle tane,
com’è vivo qui tra le case,
fra gli uomini, o miei dolci animali…
Questo volto che gira gli occhi lenti,
questa mano che segna il cielo dove
romba un tuono, sono vostri, o miei lupi,
mie volpi bruciate dal sangue.
Ogni mano, ogni volto, sono vostri.


Tu mi dici che tutto è stato vano,
la vita, i giorni corrosi da un’acqua
assidua, mentre sale dai giardini
un canto di fanciulli. Ora lontani,
dunque, da noi? Ma cedono nell’aria
come ombre appena. Questa tua voce.
Ma forse io so che tutto non è stato.




Una fantasia fatta d’amore e di morte


(Dipinto: Il ponte ad Argenteuil in autunno, Renoir)



Canto d’autunno”, di Charles Baudelaire

Ben presto affonderemo nelle fredde tenebre:
addio, viva chiarità delle nostre troppo brevi estati!
Sento già cadere con dei lugubri colpi
la legna echeggiante sul selciato dei cortili.


L’inverno rientra nel mio essere;
collera, odio, brividi, orrore, duro e forzato affanno;
e come il sole nell’inferno polare,
il mio cuore non sarà più che una massa dura e ghiacciata.


Ascolto fremendo ceppo su ceppo cadere:
il patibolo non manda un’eco più sorda.
Il mio spirito è come una torre che soccombe
sotto i colpi pesanti dell’infaticabile ariete.


Mi sembra, cullato da quei colpi monotoni,
che in gran fretta, da qualche parte, si stia inchiodando una bara.
Per chi? Ieri era ancora estate: ed ecco, l’autunno.
Questo rumore misterioso suona per una partenza.


Amo la luce verdastra dei tuoi occhi, dolce beltà,
ma tutto oggi m’è amaro e nulla,
né il tuo amore, né l’alcova, né il caminetto
compensano il sole dardeggiante sul mare.


Ma pure, amami, tenero cuore, come una madre,
anche se sono ingrato e cattivo;
amante o sorella, abbi l’effimera dolcezza
d’un glorioso autunno o d’un sole declinante.


Breve compito! Attende, la tomba, avida.
Ah, lascia che, la fronte posata sulle tue ginocchia,
gusti, rimpiangendo la bianca, torrida estate,
il raggio giallo e dolce della fine di stagione.




Il momento di un’ingiustificata malinconia


(Dipinto: "Silenzio dell'autunno, di Leonid Afremov)



Veder cadere le foglie mi lacera dentro”, di Nazim Hikmet


Veder cadere le foglie mi lacera dentro
Soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
Soprattutto se passano dei bimbi
Soprattutto se il cielo è sereno
Soprattutto se ho avuto quel giorno
una buona notizia


Soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
Soprattutto se credo, quel giorno
che quella che amo mi ami
Soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.


Veder cadere le foglie mi lacera dentro


Soprattutto le foglie dei viali
dei viali d’ippocastani.




Il momento di richiamare tristi ricordi


(Dipinto: “Strumenti musicali”, Accademia di Carrara)



Canzone d’autunno”, di Paul Verlaine


I lunghi singulti
dei violini
d’autunno
mi lacerano il cuore
d’un languore
monotono.


Pieno d’affanno
e stanco, quando
l’ora batte
io mi rammento
remoti giorni
e piango.


E mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta
di qua e di là
simile ad una
foglia morta.





Il ritorno della pioggia scrosciante


(Dipinto: “Impressioni di pioggia”, di Carlo Brancaccio)



Acquazzone”, di Giacomo Zanella


Il suo stridor sospeso ha la cicala:
la rondinella con obliquo volo
terra terra sen va: sul fumaiuolo
bianca colomba si pulisce l’ala.


Grossa, sonante qualche goccia cala,
che di pinte anitrelle allegro stuolo
evita con clamor: lieve dal suolo
di spenta polve una fragranza esala.


Scròscia la pioggia e contro il sol riluce,
come fili d’argento: il ruscel suona
che la villa circonda e par torrente,


sulle cui ripe a salti si conduce
lo scalzo fanciulletto ed abbandona
le sue flotte di carta alla corrente.




Un momento di raccoglimento dopo la fine dell’estate


(Dipinto: "Donna bretone con una brocca", di Paul Gauguin)


Autunno”, di Vincenzo Cardarelli


Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest’autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.




Un’allegra occasione per condividere del buon cibo


(Dipinto: “Autunno”, Arcimboldo)



Le caldarroste”, di Vincenzo Bosari


Calde, le arroste! Calde!” a squarciagola
un fruttaiolo grida indaffarato
all’angolo del vecchio porticato.
Comprano i bimbi, e allegri vanno a scuola.
Calde, le arroste! Calde, le bruciate!”
urla, sfornando, il venditor. Sartine,
comprano e vanno; comprano vecchine
e comprano signore impellicciate.




Uno spettacolo di foglie mosse dal vento



(Dipinto: “Foresta in autunno”, di Gustave Courbet)



La foglia”, di Gian Vincenzo Arnault


Staccata dal fusto,
povera foglia secca,
dove vai tu?” Non lo so.
La tempesta ha spezzato la quercia
che solo era il mio sostegno.
Col suo soffio incostante
lo Zeffiro o l’Aquilone
da quel giorno mi spinge
dalla foresta alla pianura,
dalla montagna alla valle.
Io vado ove il vento mi mena
senza compatirmi o spaventarmi,
vado dove va ogni cosa,
dove va la foglia di rosa
e la foglia d’alloro.




Una festa di colori e sapori


(Dipinto:“Autunno”, di Alfonse Mucha)



Autunno nel bosco”, di Emilio Gallicchio


È tornato l’autunno nel bosco,
con l’ultima festa
di foglie infiammate
di giallo e di rosso,
con l’ultimo pallido sole,
che languido muore.
Son già bianche, dei monti
nel cielo le cime;
nell’aria è l’acuto
profumo dei funghi,
di dolci castagne,
di mosto fragrante nei tini.





La quiete della vita in campagna


(Dipinto: “Autunno in Baviera”, di Vasilij Kandinskij)



Autunno”, di Giovanni Pascoli


Al cader delle foglie alla massaia
non piange il vecchio cuor, come a noi grami,
ché d’arguti galletti ha piena l’aia;
e spessi, nella luce del mattino,
delle utili galline ode i richiami:
zeppo il granaio, il vin canta nel tino,
cantano a sera intorno a lei stornelli,
le fiorenti ragazze, occhi pensosi,
mentre il grano turco sfogliano; i monelli
ruzzano nei cartocci strepitosi.




La felicità anche nei dettagli


(Dipinto: “Gatto col pesce”, di Giancarlo Vitali)



Autunno”, di Gianni Rodari


Il gatto rincorre le foglie
secche sul marciapiede.
Le contende (vive le crede)
alla scopa che le raccoglie.


Quelle che da rami alti
scendono rosse e gialle
sono certo farfalle
che sfidano i suoi salti.


La lenta morte dell’anno
non è per lui che un bel gioco,
e per gli uomini che ne fanno
al tramonto un lieto fuoco.






Fatemi sapere se queste poesie vi sono piaciute, quali preferite e quali sentite più “vostre” per quel che riguarda la stagione autunnale.

Ditemi anche che cosa pensate voi di questo periodo dell’anno… rimpiangete la spiaggia o non vedete l’ora di passeggiare tra le foglie cadenti?

Aspetto un vostro parere!
Grazie per la lettura, al prossimo post :-)